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Non neghiamolo: ciascuno di noi ha almeno un parente eccentrico. Lo ami profondamente ma a volte vorresti strozzarlo.
Lo sa bene Patrick Dennis che sulla sua consanguinea stravagante ha scritto un libro: Zia Mame.
Si tratta di un romanzo scritto negli anni '50 ma di una freschezza e un brio che lo rendono senza tempo. Chi ama la narrativa contemporanea è accontentato, ma anche chi ama i chick-lit. È una sorta di antesignano dei romanzi frizzanti che spopolano da anni nelle librerie.
Il merito è tutto da riconoscere all'eccentrica protagonista Mame Dennis, una donna intelligentissima, sagace, ironica, esuberante e fuori dall'ordinario. Una vera e propria figura iconica che si ama o si odia, senza vie di mezzo.
La trama è davvero semplice: viene narrata una porzione di vita di questa donna a partire da quando ha adottato il nipote rimasto orfano. Si tratta di una storia quasi autobiografica e il giocare sul "tratto o meno" da una storia vera ne ha decretato, all'epoca, una fortuna in popolarità e vendite.
Ciò che rende il racconto originale e che lo fa distinguere dalla massa di libri sul quotidiano è la struttura narrativa. È l'aspetto che mi ha colpito di più, nonché il punto di forza del romanzo.
Il libro è stato pensato allo stesso modo in cui al giorno d'oggi vengono scritte le situation comedy, infatti il libro che presenta ben 11 capitoli potrebbe benissimo essere un'antologia di racconti brevi, perché le vicende narrate sono slegate l'una dall'altra e autoconclusive.
Il lavoro magnificente è stato fatto per non far sembrare questi episodi un'accozzaglia disomogenea. Il filo conduttore c'è ed è vincente. Tutto il percorso narrativo si basa, infatti, sul confronto tra una signora "indimenticabile" le cui gesta sono state lodate in un articolo di giornale e le avventure di zia Mame.
Il giornalista elogia la signora per aver adottato un orfanello, subito dopo viene raccontato di come anche la mondana Mame abbia altruisticamente preso sotto la sua ala il nipote rimasto solo al mondo. La narrazione procede per argomenti in cui si confrontano le gesta delle due donne. Il risultato è un climax ascendente di eventi straordinari che riducono la signora "indimenticabile" ad un'ordinaria donna un po' noiosa e banale ed elevano Mame a leggenda.
Le imprese che compie la potagonista, infatti, hanno dello straordinario, sono volutamente "oltre" rasentando anche l'assurdo, ma nonostante questo il personaggio ammalia e affascina per le mille sfaccettature che la rendono brillante in ogni accezione.
Come se non bastasse a rendere il personaggio un mito ci pensa il particolare punto di vista narrativo. Noi viviamo le avventure di Mame tramite gli occhi del nipote e ne subiamo anche tutte le distorsioni dovute ai vari stadi di maturità del ragazzo.
Il bambino inizialmente vede la zia come un essere quasi sovrannaturale e così la percepiamo noi, un'eroina infallibile. Via via che il bambino cresce, e matura anche la sua visione del mondo, Mame diventa sempre più umana e iniziano a delinearsi anche i difetti di una donna che vuole avere il comando su ogni aspetto della sua vita e di quella dei suoi cari.
Mame inizia ad apparirici anche esagerata ed eccessiva perchè è così che Patrick, il nipote, la percepisce quando si insinua astutamente nelle sue scelte di vita. Mi piace particolarmente questo aspetto perchè seguiamo una duplice evoluzione: la crescita di un bambino che diventa uomo e la delineazione sempre più accurata di un personaggio che da surreale diventa reale, la zia.
La scorrevolezza, l'ironia e le avventure strepitose di questo libro lo rendono un intrattenimento piacevolissimo e che si ritaglia un posticino di rilievo negli indimenticabili.
Avete letto Zia Mame? Vi hanno catturato le sue avventure?
Parliamone nei commenti.
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