Passa ai contenuti principali

Eleanor Oliphant sta benissimo... sullo scaffale!

TEMPO DI LETTURA: ⌚ 5m 55s

Ok, ok. Il titolo di questa recensione è un po' melodrammatico, in fondo su questi schermi sono passati romanzi peggiori però si sa che si è più duri con il potenziale sprecato piuttosto che con un caso perso già in partenza.

Da un libro mediocre non ti aspetti nulla e di conseguenza non rimani deluso, da un libro osannato dalla critica e con delle buone basi ti aspetti il botto. In questo caso l'unico botto che si potrebbe sentire è quello della collisione al suolo dopo che il libro è stato lanciato dalla finestra.

Eleanor Oliphant è una persona asociale, isolata dai colleghi sul lavoro e priva di ogni interesse verso il prossimo. Una serie di eventi, che le piovono dal cielo, la sproneranno a cambiare modus vivendi e ad analizzare a fondo le cause di questa chiusura verso il mondo.

Detta così, pare il classico romanzo di formazione personale e in effetti se me lo avessero venduto in questo modo, non dico che lo avrei amato, ma almeno avrei ridimensionato le aspettative e forse lo avrei apprezzato di più.

La cartella stampa del libro, invece, riporta le entusiastiche opinioni dell'altisonante critica internazionale: "Un fenomeno che ha dato vita a un nuovo genere letterario. The Guardian" e "Non ha eguali. The Observer" per tanto il romanzo viene presentato dalla Garzanti così: "Gail Honeyman ha scritto un capolavoro. Un libro che secondo la stampa internazionale più autorevole rimarrà negli annali della letteratura. Un romanzo che per i librai è unico e raro come solo le grandi opere possono essere.".

A libro letto l'unica cosa che mi viene da dire al riguardo è: COOOOOOSA?!?

Non ha nulla nè di unico nè di speciale, storie del genere le si leggono in continuazione. Il romanzo ricalca l'abc del classico romanzo sulla resilienza dalle avversità della vita. Ritengo che sarebbe stato più innovativo se il personaggio non si fosse conformato alla massa come unica possibile risoluzione dei suoi problemi personali. L'evoluzione del personaggio qui, invece, è dettata da questioni banali e dozzinali che liquidano le problematiche ben più serie e interessanti con una velocità sconvolgente.

Nota dolentissima è la scelta dell'autrice di volere a tutti i costi il plot twist finale. Per ottenere l'inaspettato Gail Honeyman inganna il lettore. Ci vengono fornite informazioni sbagliate per farci credere una determinata cosa sovvertendola, poi, sul finale spacciandola per un colpo di scena inaspettato.

Per spiegare meglio di cosa sto parlando partirò con lo spoilerone che vi consiglio di saltare se siete interessati a leggere il romanzo.

⚠️ Per tutto il romanzo Eleanor parla telefonicamente con la madre violenta finita in carcere, sul finale, invece, scopriamo che la madre era morta anni addietro e le sue erano solo allucinazioni create dalla sua mente, a questo punto da considerare malata. Il libro finisce poco dopo con lei che dice di aver chiuso con le conversazioni con la madre perchè è guarita. Così, dall'oggi al domani. Non una parola di più. Dobbiamo accettare senza fiatare che il personaggio principale che abbiamo conusciuto finora non esiste perchè in realtà si tratta di una persona con disturbi mentali che essendo anche il narratore della storia può aver mentito su tutto. L'intera narrazione è conseguentemente da mettere in dubbio perchè, così come siamo stati ingannati sulla questione della madre, potremmo essere stati inconsapevolmente ingannati anche su molti altri episodi. Questo pericolo, però, l'autrice pensa di averlo sconfessato facendoci dire dalla stessa persona psicopatica che ora è guarita. Noi dovremmo prendere per buona questa informazione senza porci ulteriori domande. ⚠️

Io la trovo una cosa assurda perchè semmai questa rivelazione finale dovrebbe essere il punto di partenza della narrazione visto che sovverte tutta la caratterizzazione del personaggio finora faticosamente appresa e insinua nel lettore una marea di dubbi e domande a cui poter dar creativamente risposta in qualsiasi modo, invece no, il romanzo finisce così senza nessun'altra spiegazione.

A mio parere questa dinamica, dettata da un banalissimo errore di valutazione dell'autrice, porta solo al risultato opposto a quello sperato, ovvero un'involuzione del personaggio. Sacrificare il personaggio principale in cambio di un'eventuale reazione di stupore dello spettatore non lo trovo un equo compromesso.

Io da lettrice mi sento presa in giro e, se anche avessi potuto salvare la fluidità del testo e qualche scelta originale di trama, viene tutto cancellato con un colpo di spugna dalla scelta finale.

Insomma, per me questo finale è stato sì di stupore, ma solo perchè mi ha meravigliato il fatto che un romanzo con così gravi e palesi difetti venisse considerato un capolavoro dalla critica mondiale.

Voi, invece, cosa ne pensate al riguardo?
  1. Ciao! Posso dirti che non sono stupita? Ormai anche il mondo della lettura è, ahinoi, influenzato da mode passeggere. Capita sempre più spesso che critici/giornalisti/bookblogger di rilievo osannino per pochi mesi un romanzo che non ha nulla di speciale e poi con altrettanta rapidità se lo dimentichino. Spessissimo, in questi casi, vedo che noi lettori e recensori "senza scopo di lucro" rimaniamo delusi. Il sospetto che ci sia dietro qualche dinamica editoriale poco limpida si fa ogni volta più forte...

    RispondiElimina
  2. Non ho letto niente, ma mi sono goduto le gif :D

    RispondiElimina
  3. Di capolavori annunciati ne ho visti molti nella mia vita, altrettanto di libri fin troppo osannati dalla critica, questoin particolare l'ho lasciato subito perdere.
    Ne parlavano Trooooooppo bene perché potessi fidarmi.

    RispondiElimina
  4. Ahhaha mi hai fatto morire con questa recensione ahahah
    Sinceramente a me non è dispiaciuto certo non è questo capolavoro anche perchè lento lento lento... però alla fine è stato carino :-)

    RispondiElimina

Posta un commento