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Hunger Games - Il canto della rivolta parte 1

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È stato un anno di lunga attesa ma finalmente il 20 Novembre 2014 è arrivato e finalmente ho potuto rindossare i panni da fangirl per andare al cinema a vedere la prima parte del capitolo finale di Hunger Games - Il canto della rivolta.
Avrà sicuramente influito l'atmosfera carica d'eccitazione o la mia affezione incondizionata alla saga ma questo film mi è piaciuto molto.
Già dalla prima scena Francis Lawrence ci fa capire con quanta attenzione abbia curato il progetto. La pellicla si apre, infatti, su un primo piano della nostra eroina Katniss che, in evidente stato di shock, ci fornisce un recap conciso e concettuoso del capitolo precedente.
Ci troviamo nell'asettico, minimalista e claustofobico distretto 13 e ci stiamo preparando per l'imminente rivolta contro il dispotico potere centrale di Panem, rappresentato dallo spietato presidente Snow.
Una favolosa Jennifer Lawrence ci trasmette, grazie alla sua impeccabile interpretazione, l'angoscia per le sorti di Peeta, prigioniero a Capitol City.

Fortissimi i richiami a tematiche di rilievo come lo sterminio del popolo, la dittatura, ma anche critiche alla società contemporanea in cui i media spesso e volentieri diventano i mezzi di strumentalizzazione che distorgono la realtà.
Rispetto ai due precedenti film i personaggi secondari sono un po' più sottotono, l'intera narrazione si concentra sul mondo interiore di Katniss, le sue paure, le sue reazioni, cosa la spinge e la muove a interpretare il volto della rivolta dei distretti. Proprio in quest'ottica due ruoli di rilievo vengono assegnati alla presidente del 13, Alma Coin, e a Plutarch Heavensbee.
Non so se, a seguito della prococe dipartita di Philip Seymour Hoffman, la sceneggiatura abbia subito modifiche di rilievo per omaggiare il defunto attore, ma sta di fatto che la presenza di Plutarch è ridondante e oscura un po' il ruolo della Coin, una Julianne Moore a cui hanno decolorato la rossa chioma. Nel libro la caratterizzazione di questo personaggio sottolinea maggiormente il suo lato autoritario, mentre in pellicola pare essere completamente sottomesso all'opinione dell'ex capo stratega dei crudeli giochi.
Il paragone con Meryl Streep in The Giver sorge naturale, anche solo dall'impatto visivo, una donna al potere dai capelli lattescenti che, passivamente in un caso e attivamente nell'altro, deve affrontare una rivolta. Il mio lato fingirlista piange a dover ammettere che tra le due interpretazioni vince a mani basse la Streep, ma sicuramente il meglio del personaggio della Moore ce lo riserverà la seconda parte de Il canto della rivolta.
Sono stati lasciati un po' in disparte, invece, Peeta, per ovvi motivi, Haymitch, Gale ed Effie, quest'ultima, però, non manca mai di stupire, anche senza le sue amate parrucche, grazie alle "involontariamente" esilaranti battute di cui è artefice che danno un po' di colore all'incedere cupo del film.
L'ombrosità di questo episodio è resa al meglio dall'eccellente fotografia che si avvale di colori scuri e terrosi via via che entriamo nel vivo della guerriglia. Le scene di guerra sono ritmicamente pensate per accompagnarci in un climax ascendente fino all'acme della narrazione, che coincide con l'emozionante cliffhanger dell'epilogo del capitolo. Una ritmicità ben diversa da quella a cui Gary Ross, e in eredità Francis Lawrence, ci avevano abituato finora. La tensione, il batticuore della suspance e dell'imprevisto, tipici dell'arena, qui si trasformano in un'angoscia che via via diventa più consapevole, un clima accentuato dal sublime uso delle musiche suggestive. Se ci ripenso ho ancora i brividi per l'intonazione della canzone dell'albero degli impiccati, la cui intensità cresce fino ad esplodere nella coralità, sfondo del popolo che scende in piazza per combattere. Il momento più toccante del film, per quanto mi riguarda.
Un vero e proprio canto di rivolta che fa impallidire la Lorde dei titoli di coda.
Jennifer Lawrence ci dimostra, per l'ennesima volta, di essere un vero e proprio talento, indiscutibilmente bellissima, attrice da Oscar ed ora anche eccellente cantante.
Da apprezzare sicuramente è la fedeltà al libro, che ha rassicurato e rallegrato i fedelissimi della saga letteraria, nonostante ne abbia risentito il ritmo del film, completamente e fin troppo angst per la breve esplosione finale troncata dai titoli di coda. Una scelta ottimale, però, se consideriamo la visione d'insieme, ma, considerando che ci tocca un altro anno di attesa prima di godere del vivo di questa esplosione, ora come ora l'ho trovato piuttosto frustrante.
Numerosi anche sono gli omaggi ad Hunger Games inteso come film, resi attraverso citazioni, una su tutte il fischio a seguito dell'esplosione nel distretto 8, che ricorda lo stesso espediente acustico del primo film, quando Katniss fa esplodere le riserve di cibo degli avversari dei primi giochi, e le sequenze di meta-cinema, che vedono Katniss interpretare, ancora una volta, il ruolo di personaggio televisivo, anche se questa volta come simbolo della propaganda per la rivolta.
Ruolo che si oppone nettamente a quello dell'amato Peeta, che ostaggio di Snow, diffonde messaggi di "cessate il fuoco". Il dualismo tra i due protagonisti, perpetrato proprio grazie ai media, Katniss e Peeta, che si trovano, loro malgrado, ai due capi opposti della rivolta, è il motore di questo Hunger Games privo degli Hunger Games, che funge da preludio per un finale che promette giungere col botto.
In definitiva questa prima parte ha acceso la scintilla e ora non ci resta che affrontare un altro lunghissimo anno di attesa per essere travolti dalla fiamme dell'epilogo finale.



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  1. Il primo film, nel suo piccolo, mi aveva piacevolmente sorpreso. Il secondo (che poi io ritengo Lawrence un regista di estrema mediocrità,specie dopo quell'abominio di "Io sono leggenda") invece sonoramente deluso. Sono molto curioso riguardo a questo, però, anche se la suddivisione in due parti mi puzza di losco...

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    1. Per quanto io adori questa saga e mi sia piaciuto questo film, devo riconoscere onestamente che è inferiore sia al primo (che anche per me rimane il migliore dei tre) ma, ahimè, anche del secondo. Credo, quindi, che non ti farà impazzire. La divisione in due parti l'ha molto penalizzato, soprattutto considerando che il ritmo di questo capitolo senza gli "Hunger Games" risultava già di per sè più piatto, in più con la dilatazione dei tempi per permettere la riuscita di due pellicole il risultato è un film di transizione la cui riuscita è strettamente vincolata all'epilogo finale. Lawrence ora, secondo me, è ad un bivio: o ne risolleva le sorti o lo affonda completamente. Una cosa è certa: per un anno è graziato dal beneficio del dubbio! :)

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  2. avevo apprezzato parecchio i primi due, su questo sono un po' timoroso, ma so che jennifer lawrence non mi deluderà :)

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    1. Jennifer Lawrence è sempre fantastica e anche in questo film non delude.

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  3. Jennifer Lawrence a parte, per me una saga con pochissima sostanza.
    Lo vedrò giusto per dovere di cronaca.

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    1. A me invece non dispiace per niente, nonostante sia il classico blockbuster, e gran parte del merito è proprio della Lawrence che trovo fantastica.

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